Vita di Tina Modotti (1896 – 1942)
Omaggio nel 120° Anniversario della Nascita
1896
Assunta Adelaide Luigia Modotti (Assuntina, Tina) nasce a Udine il
17 agosto da Giuseppe Saltarini Modotti, meccanico e socialista, e
da Assunta Mondini, cucitrice. La sorella Mercedes è nata nel 1892,
il fratello Ernesto nel 1894; negli anni seguenti si aggiungeranno
Valentina (Gioconda), Yolanda, Pasquale Benvenuto e Giuseppe Pietro
Maria (Beppo).
1898
La famiglia Modotti-Mondini emigra in Austria, nei dintorni di Klagenfurt:
prima a Ferlach, poi a St. Ruprecht. Non è chiaro se il trasferimento sia
stato causato solo dalle ristrettezze economiche, o se abbiano contato
anche cause di tipo politico, connesse alle idee del padre. In Austria,
Tina frequenta le scuole elementari: impara dunque il tedesco, oltre al
friulano che si parla in casa.
1905-1906
I Modotti-Mondini tornano a Udine. A scuola Tina impara l'italiano, ma
la famiglia ha seri problemi economici. L'anno dopo, il padre Giuseppe
è costretto a partire per cercare fortuna negli Stati Uniti, dove un suo
fratello sta vivendo già da qualche tempo. Nel frattempo, gli altri membri
della famiglia patiscono la fame e il freddo.
1909
A dodici anni, terminate le scuole elementari, Tina comincia a lavorare in
una filanda. Dal 1911, quando anche la sorella maggiore Mercedes parte per S. Francisco per raggiungere il padre, il salario di Tina è l'unica fonte
stabile di reddito della famiglia. Intanto, Tina frequenta anche lo studio
dello zio Pietro Modotti, fotografo di professione.
1913
A sedici anni, da sola, Tina raggiunge il padre e la sorella a S. Francisco,
comincia a lavorare in una sartoria e impara l'inglese. Negli Stati Uniti
la situazione economica dei Modotti migliora sensibilmente (gli altri
membri della famiglia vi arriveranno nel 1920).
1915
Nel corso della Panama-Pacific International Exposition Tina conosce
Roubaix de l'Abrie Richey (Robo), un giovane poeta e pittore figlio di
creoli francesi della Louisiana.
1917-18
Tina lavora come attrice in due compagnie di teatro italiano, la Città
di Firenze di Alfredo Aratoli e la Bruno-Seragnoli. Ottiene un buon
successo di pubblico e di critica: recita e canta bene, possiede un forte
magnetismo. Nel 1918 Tina e Robo si sposano (anche se oggi non pare
più certo) e si trasferiscono a Los Angeles. Qui frequentano artisti e
intellettuali radicali, e creano costumi di scena decorati con la tecnica del
batik. Intanto Tina, che legge le opere di Wilde, Poe, Freud, Nietzsche,
Pirandello, etc. comincia a lavorare a Hollywood, interpretando ruoli
secondari.
1920-22
Tina ottiene il ruolo della protagonista nel film The Tiger's coat. Conosce
i fotografi Edward Weston, Johan Hagemeyer e il loro circolo di artisti,
coi quali passa serate in stile bohémien. Robo illustra il libro di poesie
dell'archeologo messicano Ricardo Gómez Robelo, un amico che di lì a poco
sarà direttore dell'Accademia di Belle Arti di Città del Messico. Tina ottiene
altri ruoli non principali in due film: Riding with Death e I can explain, e posa
per i suoi amici fotografi. Intanto, il suo matrimonio con Robo è entrato in
crisi. Alla fine del 1921 questi parte per il Messico, e all'inizio del '22 vi muore
di vaiolo. Tina si reca a Città del Messico per i funerali: mentre si trova lì,
funge da tramite fra Gómez Robelo e gli amici fotografi per una loro mostra all'Accademia di Belle Arti. Nel marzo del '22 muore improvvisamente anche
il padre di Tina, e lei ritorna negli Stati Uniti. Poco dopo, cura l'edizione delle
poesie di Robo, premettendovi un suo scritto biografico.
1923
In piena estate, Tina riparte per il Messico con Weston, cui è legata già dal
1921, e con suo figlio Chandler. I tre si stabiliscono a Città del Messico,
dove frequentano artisti, poeti e muralisti, fra cui Diego Rivera. Tina
impara lo spagnolo.
1924
Tina scatta le sue prime fotografie. Weston espone al Café de Nadie e poi,
con Tina, al Palacio de Minería, in una mostra inaugurata dal Presidente
della Repubblica, Álvaro Obregón. Conoscono lo scrittore D. H. Lawrence.
Tina recita nella versione messicana di Chauve-Souris di Baliev. Alla fine
dell'anno Weston riparte per gli Stati Uniti.
1925
Tina lavora come fotografa, utilizzando lo studio lasciatole da Weston.
Posa per Diego Rivera e frequenta Xavier Guerrero, direttore del
periodico rivoluzionario "El Machete". Conosce il poeta V. Majakovskij. In
estate, Weston giunge a Guadalajara col figlio Brett, per inaugurare una
sua mostra fotografica al Museo di Stato. In dicembre, Tina parte per gli
Stati Uniti per assistere la madre ammalata.
1926
Tina è a S. Francisco, dove frequenta anche la fotografa Dorothea Lange
e acquista una macchina Graflex. In marzo ritorna a Città del Messico, da
dove parte con Weston e suo figlio Brett per un lungo viaggio di lavoro nel
Messico centrale. In novembre, Weston e Brett rientrano definitivamente
negli Stati Uniti.
1927
Tina, che adesso vive con Xavier Guerrero, si iscrive al Partito Comunista
Messicano, e comincia a lavorare per le riviste "El Machete" e "Mexican
Folkways". Conosce lo scrittore John Dos Passos e si unisce alla campagna in
favore degli anarchici italo-americani Sacco e Vanzetti. Fotografa i murales di Diego Rivera, con il quale vive qualcosa di più di un'avventura. Conosce e
frequenta il comunista rivoluzionario cubano Julio Antonio Mella e l'italiano
Vittorio Vidali, agente segreto del Comintern di Mosca. Xavier Guerrero
parte per un soggiorno di studio di tre anni nella capitale sovietica.
1928
Tina conosce la giovane, appassionata e tormentata pittrice Frida Kahlo,
che presenta a Rivera (si sposeranno l'anno dopo). Dirige la sezione
messicana del Soccorso Rosso Internazionale. Manda ogni mese un po'
di risparmi alla sorella Gioconda, rimasta in Italia da sola con un figlio. In
maggio, durante una manifestazione di protesta per la morte dell'operaio
Gastone Sozzi in una prigione italiana, pronuncia un discorso contro il
regime fascista: l'Ambasciata italiana avvisa il proprio governo, che la
scheda. Continua a lavorare come fotografa, declinando la sua arte in
forme più adatte alla denuncia sociale. Sue foto vengono pubblicate in
riviste tedesche, statunitensi e russe. Innamoratasi di Mella, vive con lui
a partire da settembre, ma prima manda una lettera a Xavier Guerrero
per informarlo dei suoi nuovi sentimenti. Guerrero non risponde. Tina
fotografa i murales di José Clemente Orozco.
1929
Il 10 gennaio Mella viene assassinato mentre cammina con Tina, di
notte, in circostanze misteriose. La stampa si getta su di lei: la accusano
di complicità con gli assassini, pubblicano le foto di Weston in cui
compare nuda, la umiliano. La polizia tentenna. Diego Rivera e il Partito
la difendono, indicando nei sicari del dittatore cubano Machado i veri
colpevoli del delitto; ma Mella, che stava preparando una spedizione per
rovesciare Machado, e che si era pericolosamente avvicinato a Trotzskij,
era ormai inviso anche a Mosca. Al processo Tina viene assolta, ma gli
assassini non vengono individuati. Tina parte per il sud del Messico, e
riprende la sua attività politica al servizio di Soccorso Rosso. Il governo
messicano le offre il posto di fotografa ufficiale del Museo Nazionale:
lei rifiuta, fedele alle sue convinzioni. In dicembre, espone all'Università
Nazionale Autonoma di Città del Messico: tra le foto campeggia il ritratto
di Mella.
1930
Durante un'ondata di repressioni seguite a un attentato contro il
presidente messicano, Tina viene dapprima arrestata e lasciata in
prigione per 13 giorni, quindi espulsa dal Messico e imbarcata a forza su
una nave mercantile olandese diretta in Europa. Al primo scalo, Vittorio
Vidali la raggiunge e viaggia con lei fino a Rotterdam, dove i membri
locali di Soccorso Rosso impediscono agli agenti fascisti di prelevarla e
portarla in Italia. Tina riesce a raggiungere Berlino, dove passa l'estate,
e quindi Mosca, dove va a vivere in una stanza d'hotel con Vidali e lavora
come traduttrice per Soccorso Rosso. Impara il russo.
1931-35
In questi anni Tina continua a lavorare a vario titolo per il Partito
Comunista Sovietico e per Soccorso Rosso, compiendo anche diverse
missioni clandestine in Europa, e passando periodi a Parigi, Vienna e in
Spagna (da dove viene espulsa nel '34). Diventa membro del Partito e
cittadina sovietica.
1936
Da luglio Tina è di nuovo in Spagna, dove è scoppiata la guerra civile.
Lavora a Madrid negli uffici di Soccorso Rosso, con lo pseudonimo di
María Ruíz. Conosce Dolores Ibarruri, La Pasionaria, e la cubana María
Luisa Lafita, il cui marito ha ucciso José Magriñat (indiziato dell'assassinio
di Mella). Si arruola nel Quinto Reggimento, capitanato da Vidali (sotto lo
pseudonimo di Carlos Contreras, il Comandante Carlos).
1937-38
Partecipa alla guerra civile lavorando per Soccorso Rosso. I suoi compiti
vanno dall'organizzazione degli aiuti alla propaganda, dall'assistenza
sanitaria all'evacuazione dei rifugiati di guerra. In più occasioni dimostra
notevoli capacità e uno straordinario sangue freddo. Conosce vari
corrispondenti stranieri, fra cui Ernest Hemingway, Robert Capa e Gerda
Taro.
1939
In febbraio, Tina lascia la Spagna insieme agli ultimi contingenti
repubblicani. Va a salutare il suo poeta spagnolo preferito, Antonio
Machado, che si trova in un campo di rifugiati e che morirà di polmonite poco dopo. Nonostante l'ordine di rientrare a Mosca, lei e Vidali decidono
di imbarcarsi per gli Stati Uniti, forse temendo le purghe di Stalin. La
nave attracca a New York, dove Jolanda Modotti sta aspettando la
sorella, ma a Tina non viene permesso di scendere. Sbarca invece
in Messico, col nome falso di Carmen Ruíz, e ritrova Vidali. Evita tutti
gli amici degli anni passati; si dedica ad aiutare i rifugiati spagnoli, a
tradurre testi per Soccorso Rosso, a scrivere articoli di propaganda. Il
patto Molotov-Ribbentrop la sconcerta. Non ritira la sua tessera del
Partito, forse anche per poter svolgere la sua attività politica senza
troppi controlli. Compie un breve viaggio clandestino a New York, dove
incontra il fratello Benvenuto, anche lui militante comunista. Chiede il
permesso di vivere negli Stati Uniti: non lo ottiene.
1940-41
Trotzskij viene assassinato nella sua casa-fortezza di Coyoacán, a
Città del Messico. Vidali è sospettato di aver partecipato all'assassinio,
eseguito materialmente da Ramón Mercader. In quei giorni, Tina è in
giro per il Messico per collaborare a un libro di fotografie: non si sa se
ne abbia scattate anche lei, ma pare che da tempo non possedesse più
una macchina. Si trasferisce con Vidali in Calle Dr. Balmis, il suo ultimo,
modestissimo appartamento, in cima a un edificio, nello spazio che di
solito è occupato dalle domestiche delle famiglie borghesi. Continua a
lavorare per Soccorso Rosso e a svolgere attività antifasciste.
Nel '41, Vidali viene imprigionato per varie settimane: Tina, già provata
nell'animo e nel corpo, ne è terrorizzata e non esce di casa per tutto il
periodo della detenzione. Passa il Capodanno in casa di Pablo Neruda.
1942
La notte tra il 5 e il 6 gennaio, dopo aver cenato con Vidali e con un'altra
coppia di amici in casa dell'architetto del Bauhaus Hannes Meyer e di
sua moglie Lena, Tina muore rientrando a casa, da sola, in un taxi. Il
giorno dopo aveva in programma di consegnare ai bambini spagnoli
rifugiati caramelle e dolci, per festeggiare il giorno dei Re Magi. I medici
che effettuano l'autopsia determinano una "congestione viscerale
generalizzata", possibile conseguenza tanto di un infarto quanto di
un avvelenamento; ma il corpo presenta anche chiare tracce di edema
polmonare o insufficienza coronarica, e si sa che i problemi cardiaci
tormentarono anche altri membri della famiglia Modotti. Nella borsa di Tina, tra gli altri effetti personali, la polizia trova anche una copia in
piccolo del suo ritratto di Mella. Ai funerali, celebrati il 7 gennaio, Pablo
Neruda legge una poesia scritta per lei e dedicata a Vidali, probabilmente
per difenderlo dall'accusa di essersi sbarazzato di una testimone troppo
ingombrante. La poesia viene incisa sulla lapide che protegge i resti di
Tina, conservati a tutt'oggi nel Panteón de Dolores di Città del Messico.